08/02/15
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Nepal, scoperti i tesori di Shangri-La
di Andrea Lessona


Pochi erano arrivati qui: nelle caverne dell’Upper Mustang, un’area sui picchi del Nepal.
Pochi avevano sfidato le sue impervie montagne per scoprire quello che
in due diverse spedizioni è riuscito a Broughton Coburn e Pete Athans:
ritrovare tesori bhuddisti che potrebbero essere legati all’esistenza
di Shangri-La, il mitico regno di Shambala descritto nel romanzo del 1933 Orizzonte Perduto di James Hilton.


La storia, resa pubblica solo ora dal National Geographic, racconta che nel 2007 un team guidato dall’americano Coburn, ricercatore esperto di Himalaya, e dallo scalatore veterano Athans, ha affrontato le cime per esplorare alcune grotte scavate dall’uomo.


Al loro interno, gli esperti hanno rinvenuto antichi santuari
tibetani decorati con murales unici, inclusi 55 pannelli raffiguranti
la vita del Bhudda. Una seconda spedizione nel 2008 ha invece portato
alla luce diversi scheletri umani di seicento anni e risme di preziosi
manoscritti. Alcuni dei quali con piccoli disegni simili a miniature.


Il tesoro scoperto sembra coincidere con la descrizione dei rinvenimenti nella “Valle Nascosta” che servì a James Hilton per scrivere di Shangri-La, la comunità lama, in cui si professava il Cristianesimo nestoriano anziché il Bhuddismo.


Secondo il racconto del romanziere britannico, lì, in quella sorta
di Eden terrestre, erano bandite molte delle debolezze umane: odio,
invidia, avidità, insolenza, avarizia, ira. Gli abitanti lavoravano
solo per produrre il cibo necessario al sostentamento. Mentre il resto
della giornata era dedicato alla propria evoluzione spirituale. E alla
realizzazione di opere d’arte.


I manoscritti, salvati dai ricercatori, sono stati trasferiti al
monastero di Mustang per ragioni di sicurezza. Ancora integri, grazie
alle particolari condizioni atmosferiche della zona, le carte - secondo
Coburn - contengono scritti dal Bhuddismo al Bön, una fede tibetana
precedente.


Una tale combinazione fa pensare all’esperto americano che il credo
Bön sopravvisse in questa regione per almeno un secolo o due dopo la
conversione dei Tibetani alla fede del Bhudda.


Così come questo “intrigo” di caverne gli ha suggerito che si tratti di una parte di Shambala,
una volta ritenuta esistere in diverse valli himalayane. Queste zone
nascoste, infatti furono create durante un periodo di conflitto quando
la pratica bhuddista era minacciata.


Ecco perché sempre secondo Coburn le grotte sono state usate come
scrigno per proteggere testi di inestimabile valore. Che oggi
potrebbero svelare il segreto di Shangri-La.

Fonte






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